I precipitatori elettrostatici sono stati per lunghi anni un vero “cavallo da battaglia” per risolvere i problemi di emissione in atmosfera in vari settori industriali per quanto riguarda l’abbattimento del particolato (fonderie, cementifici e lavorazioni polverulente in genere) e degli aerosol (nebbie d’olio nell’industria meccanica, nello stampaggio di gomme e plastiche, nel finissaggio e nell’accoppiamento tessile ecc.). Nel tempo, il mercato europeo relativo a questi dispositivi è andato progressivamente riducendosi, in parallelo allo spostamento di gran parte di queste lavorazioni nei Paesi extra CEE. I precipitatori elettrostatici odierni, nel frattempo, si sono però tecnicamente molto evoluti, incrementando il raggio d’azione verso bersagli infinitesimi, fino a livello molecolare: questo aspetto ne estende l’utilizzo a numerose ed importanti applicazioni sui flussi aeriformi, come ad esempio l’abbattimento degli odori molesti, l’eliminazione delle cariche infettanti batteriche, fungine e virali, la degradazione dei composti organici ed inorganici.
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